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PAGANO (Presidente ANMIC): “Nell’audizione al Senato sosterremo l’obbligo di installazione di sistemi di videosorveglianza nelle residenze sociosanitarie per persone disabili”.
Dalla parte dei disabili, soprattutto quando inermi ed esposti alla violenza. Si costituirà infatti parte civile l’ANMIC nazionale – per mezzo dell’avv. Domenico Sabia (responsabile dell’Ufficio Legale dell’associazione) – nel processo per i maltrattamenti di disabili avvenuti nel 2016 a Montalto di Fauglia, in provincia di Pisa, dove esiste una struttura per disabili intellettivi gravi, maschi, diretto dalla Fondazione Stella Maris.
L’Associazione nazionale mutilati ed invalidi civili, che ha per legge la rappresentanza e tutela delle persone con disabilità, in quanto tale è legittimata (ai sensi della legge n. 67 /2006) a difendere gli interessi sia dei singoli disabili che dell’intera categoria, essendo iscritta nel registro delle associazioni deputate al contrasto delle discriminazioni contro le persone con disabilità. Può dunque costituirsi in giudizio ogni qualvolta vengano violati diritti costituzionalmente protetti che appartengono oltre che al singolo all’intera collettività.
“L’eventuale risarcimento dei danni – dichiara il Presidente nazionale ANMIC Nazaro Paganoche ha fortemente voluto l’intervento in giudizio– sarà impiegato a rafforzare la cultura del rispetto e dell’attenzione verso le persone disabil,i che rappresentano il primo ed essenziale passo perché i terribili episodi di cui si discute nel procedimento penale in questione non si ripetano più.”
Ma l’iniziativa legale dell’ANMIC non si ferma a questo singolo episodio. Nella giornata di mercoledì 30 gennaio, l’Associazione sarà inoltre presente in audizione presso la Commissione Affari costituzionali del Senato per l’esame deldisegno di legge n 897/2018 concernente misure per la installazione di strumenti di videosorveglianza nelle scuole e nelle residenze sanitarie e socio- sanitarie a tutela dei minori e deidisabili,in cui evidenzierà il ruolo delle associazioni nell’attività di prevenzione e vigilanza e come sia necessaria un’attività di prevenzione, sia attraverso la promozione della cultura della disabilità, sia nella formazione del personale cui è affidata la cura e la custodia delle persone disabili.
I maltrattamenti in provincia di Pisa e l’avvio del processo. La vicenda ebbe inizio nell’agosto del 2016, quando la madre di un ragazzo, insospettita da lividi e sgraffi che trovava sul corpo del figlio quando lo portava a casa nel fine settimana, si rivolse ai carabinieri che aprirono l’indagine istallando telecamere nascoste nei due refettori. Purtroppo i sospetti erano fondati, perché le riprese mostrarono che all’interno della struttura gli ospiti erano soggetti a violenze, aggressività verbale, umiliazione, mortificazione e soprusi continui. Le immagini mostrano ragazzi che mentre mangiano vengono colpiti senza motivo, presi a schiaffi o a calci, strattonati, offesi da molti degli operatori presenti, nella completa indifferenza dei colleghi. Immagini agghiaccianti per i genitori che avevano affidato alla Stella Maris i propri cari.
In tutto 28 ragazzi maltrattati, e ben 19 indagati, che poi, al termine delle indagini condotte dalla d.ssa Rizzo, sono stati rinviati a giudizio. Numeri impressionanti, che ne fanno probabilmente il più grande processo per maltrattamenti sui disabili in Italia.Intervennero il Comune di Fauglia che constatò che i container dove venivano tenuti i ragazzi durante il giorno erano completamente abusivi e non rispettavano le normative, e li fece chiudere. La Asl Toscana Nord Ovest inviò la sua Commissione di Vigilanza e furono accertati la mancanza di alcuni bagni per disabili, dell’ascensore e la presenza di numerose barriere, oltre al degrado generale della struttura.
E’ stato accertato che molti degli operatori erano privi di titoli o non adeguatamente formati, ed anche che all’interno della struttura si erano già verificati casi di violenze sui disabili e che la Stella Maris aveva preferito non denunciare alle autorità. Insomma una struttura in abbandono, ben diversa dall’eccellenza che la Fondazione Stella Maris rappresenta per la disabilità dei minori a Calambrone.
Dopo l’inizio delle indagini la Stella Maris ha provveduto a licenziare 12 persone, ed ha sottoposto a sanzioni disciplinari altri dipendenti. La struttura di Montalto ora chiuderà, e tutti gli ospiti dovrebbero essere trasferiti entro fine 2019 a Marina di Pisa, in una struttura in corso di ampliamento e di ristrutturazione.
La difesa.Al processo si costituiranno parte civile anche molti familiari dei disabili maltrattati. Si costituirà con gli avv. Annalisa Cecchetti e Rachele Doveri anche Agosm Onlus, l’associazione dei genitori, che da tanti anni denunciava il degrado e l’abbandono della struttura e che in questi due anni di indagini ha sempre tenuto alta l’attenzione, perché fatti come quelli capitati ai propri familiari non succedano mai più né a Montalto né altrove. L’avv. Annalisa Cecchetti, che è anche presidente di ANMIC – Pisa (a cui Agosm è affiliata), evidenzia come Agosm sia parte doppiamente lesa in questo giudizio: lesa come associazione che ha come scopo la tutela delle persone con disabilità ed in particolare proprio quelle ricoverate a Montalto, al cui benessere contribuiva anche materialmente con cospicue donazioni annuali per lo svolgimento di attività educative e ludiche, per l’acquisto del pulmino ecc. e che si è sempre prodigata per una gestione più partecipata e consapevole. Ma la lesione è ancora più grave se si pensa che l’associazione riunisce proprio quei genitori, quei familiari, che hanno dovuto confrontarsi con il dolore dei propri figli. Si attende infine anche la costituzione di parte civile di Telefono Viola, altra associazione nazionale per la tutela dei disabili psichici.
L’INPS, con il Messaggio in oggetto, ha dettato alcuni chiarimenti in merito alla fruizione dei permessi ex art. 33 della legge n. 104/92 per il “lavoro a turno” e in corrispondenza di turni a cavallo di due giorni solari e durante giornate festive, in casi di rapporto di lavoro part-time e di cumulo del congedo straordinario con i permessi di cui alla legge n. 104/92.
A) Permessi in corrispondenza di “lavori a turno”.
L’INPS ha innanzitutto chiarito che per lavoro a turno si intende una organizzazione del lavoro diversa dal normale “lavoro giornaliero”, in cui l’orario può andare a coprire l’intero arco delle 24 ore e la totalità dei giorni settimanali.
Nel lavoro a turno si verifica che più lavoratori sono occupati negli stessi posti di lavoro secondo un determinato ritmo, anche rotativo.
Lo stesso può comprendere anche il lavoro notturno e il lavoro durante le giornate festive (domenica compresa).
Ora, siccome l’articolo 33, comma 3 della legge n. 104/92 prevede la fruizione di “a giornata” dei permessi, ne deriva che questi possono coincidere anche con la giornata festiva o i turni notturni.
In quest’ultimo caso, se il lavoro si svolge a cavallo di due giorni solari, l’intero turno va considerato pari ad un solo giorno di permesso.
B) Rapporti di lavoro part-time e permessi legge n. 104/92.
L’articolo 7 del dlgs n. 81/2015 dispone che “il lavoratore a tempo parziale ha i medesimi diritti di un lavoratore a tempo pieno ed il suo trattamento economico e normativo è riproporzionato in ragione della ridotta entità della prestazione lavorativa”.
In conseguenza, in caso di part-time verticale o misto, il riproporzionamento avviene applicando la seguente formula:
orario medio settimanale eseguibile dal lavoratore part-time
________________________________
X 3 giorni di permesso teorici
orario medio settimanale teoricamente eseguibile a tempo pieno
Nessun riproporzionamento deve essere effettuato in caso di part-time orizzontale: la commisurazione dei giorni di permesso alla ridotta durata dell’attività lavorativa è insita nella dinamica del rapporto medesimo.
C) Part-time e frazionabilità in ore dei permessi di cui alla legge n. 104/92.
Nel caso di frazionabilità in ore dei permessi, la quantificazione deve avvenire applicando la seguente formula:
orario medio settimanale teoricamente eseguibile dal lavoratore part-time
_____________________________________
X 3 giorni di permesso teorici
numero medio dei giorni o turni lavorativi settimanali previsti per il tempo pieno
D) Cumulo tra congedo straordinario di cui all’art. 42, comma 5 dlgs n. 151/2001 e permessi legge 104/92.
Nello stesso mese è possibile cumulare il congedo e i permessi, purché in giorni diversi.
Il cumulo può avvenire senza necessità di ripresa lavorativa.
La fruizione dei benefici dei tre giorni di permesso mensili, del prolungamento del congedo parentale e delle ore di riposo alternative al prolungamento del congedo parentale stesso è da intendersi a sua volta come alternativa e non cumulativa nello stesso mese.
Cordiali saluti.
IL PRESIDENTE NAZIONALE
Prof. Nazaro PAGANO
Tanto rumore per nulla. Dopo mesi di ripetute promesse sul nuovo reddito di cittadinanza, provvedimento che avrebbe “automaticamente” innalzato tutte le misere pensioni di invalidità, ancora ferme a 285 euro al mese, prevale oggi fra i disabili italiani delusione e sconcerto.
La Anmic (Associazione nazionale mutilati e invalidi civili)- la maggiore associazione italiana della disabilità – esprime dunque per voce del suo Presidente nazionale Nazaro Pagano le ragioni della propria insoddisfazione: “Il testo sul reddito di cittadinanza finalmente presentato ieri sera dal Governo delude le legittime aspettative di migliaia di cittadini con disabilità che in concreto si vedranno esclusi, nella stragrande maggioranza dei casi, da ogni beneficio collegato all’introduzione del reddito di cittadinanza. In questa nuova guerra fra poveri innescata da tale misura il mondo della disabilità viene anzi danneggiato. Sarebbe stato più semplice ed equo garantire a tutti un semplice aumento seppur minimo dell’importo, compatibile con la copertura finanziaria disponibile, mantenendo così fede alle promesse elettorali. Consapevoli delle difficoltà di bilancio – aggiunge Pagano – noi della Anmic avevamo nei giorni scorsi anche fatto pervenire al Governo una serie di richieste concrete per migliorare il testo della bozza di decreto.”
In particolare, la ANMIC aveva chiesto l’eliminazione dal concetto di reddito familiare delle prestazioni economiche (assegno mensile e pensione di inabilità 100%) in godimento degli invalidi civili che rendono maggiormente disagiata la posizione delle famiglie che hanno al loro interno una persona disabile.Basti pensare che la presenza in un nucleo familiare di due soggetti disabili beneficiari di trattamenti economici (285 euro al mese) comporta automaticamente l’esclusione della famiglia all’accesso al reddito di cittadinanza.
Era poi stata prospettata la possibilità di considerare i soggetti disabili, percettori di prestazioni assistenziali, di essere considerati nucleo autonomo rispetto alla famiglia anagrafica, con la previsione della integrazione di assegni e pensioni 100% fino a raggiungere le soglie previste per il reddito di cittadinanza. Infine era stata indicata l’opportunità per i disabili maggiorenni, non obbligati alla stipula dei patti per il lavoro, di essere inseriti a domanda in un apposito elenco dal quale essere chiamati per l’avvio al lavoro secondo le modalità della legge 68/99.
“Il decreto legge appena approvato non ha invece tenuto conto degli emendamenti proposti ma l’ANMIC – dichiara il Presidente nazionale Pagano- è da oggi già mobilitata per avviare una battaglia sui diritti dei disabili in sede parlamentare, chiedendo ascolto a tutte le forze politiche che su questi temi sapranno dimostrare maggiore sensibilità. Siamo comunque pronti anche ad organizzare una mobilitazione nelle piazze, qualora i disabili fossero ancora dimenticati. Speriamo che in tal caso anche la Fand, Federazione alla quale ci onoriamo di appartenere, e anche la Fish, con la quale collaboriamo nel comune interesse delle persone con disabilità, ci seguano in questa iniziativa.”